Col pretesto di scriver dialetto,
ORNÉLIO RESTA SUARDI s’àpplica, da oltre un decènnio, a “sperimentare”, tanto da smanettone casalingo quanto da discreto disturbatore d’Assessori alla Cultura e fornitore di Biblioteche inCittà, Provìncia, e dintorni. Con l’intento di coltivàr e promuòvere quantomeno la convinzione che è possìbile, decorosa, ùtile, gradévole … una trascrizione del patrimònio dialettale oròbico in maniera convenzionata
più ampiamente leggìbile e fruìbile di quella (pur legìttima) generalmente oggi corrente, tradizionale.
Senza complessi di superiorità,
sudditanza, autarchia, fa le sue prove; sapendo d’èssere solo uno fra più soggetti dèditi a questa ricerca linguìstica.
Azzarda ora un’uscita pùbblica, piuttosto abbozzata e poco elegante (caràtteri inusitati … in soluzioni empìriche posticce…),
per dar voce/carta in rinforzo ad “un’aspettativa/esigenza dal basso”, contando di spinger altri a scoprirsi, col loro “mèglio” custodito in cassetto o in cuore.
In precedenza, ha pubblicato “PRIME FACENDE D’I APÒSTOI (“Atti” lucani, lìbera rinarrazione) e “QUANDO MARTIN PERSE LA KAPPA” (prove tècniche, bergamasco d’assalto). …”Rivoluzione”? Kopernikana, forse.
Verso una “ri/fondazione”, condivisa, di alfabeto e grafia più “oròbici”: impresa certo degna, e alla portata, d’una Bèrgamo sede di Università Lìngue e Letteratura, aspirante “capitale culturale” con tanto da metter in mostra.
Elio

ORNELIO RESTA SUARDI
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